Migliaia di salmoni di allevamento sono fuggiti da un allevamento in Islanda, innescando timori di contaminazione per la popolazione selvatica. La fuga è avvenuta il 20 agosto 2023 da un allevamento di proprietà di Arctic Fish, una delle più grandi aziende di allevamento di salmone in Islanda. La notizia è stata segnalata dall’Istituto islandese di ricerca marina e d’acqua dolce (MRI), che ha confermato che i salmoni si sono diffusi in almeno 32 fiumi dell’Islanda nord-occidentale.
Le gabbie di salmoni allevati nei fiordi islandesi di solito hanno un diametro di 35 metri e contengono da 100.000 a 120.000 pesci.
I salmoni d’allevamento, hanno una qualità inferiore rispetto a quelli selvatici e che possono contenere residui di antibiotici e pesticidi.
Le specie allevate, hanno la coda arrotondata, un muso leggermente diverso e pinne danneggiate.
Un’altra azienda, Arnarlax, è stata multata per un importo di 705.000 sterline per non aver segnalato una fuga di 81.000 pesci avvenuta nel 2021
I salmoni di allevamento sono di razza norvegese, che è diversa dalla razza selvatica islandese. Questo rappresenta un rischio per la popolazione selvatica, in quanto i salmoni di allevamento possono trasmettere malattie e parassiti ai salmoni selvatici.
L’Istituto islandese di ricerca marina e d’acqua dolce (MRI) ha affermato che alcuni dei salmoni di allevamento fuggiti erano ricoperti di pidocchi di mare, un parassita che può essere letale per i salmoni selvatici.
La fuga di salmoni ha suscitato la preoccupazione degli ambientalisti e dei pescatori sportivi. Gli ambientalisti hanno affermato che la fuga è un altro esempio dei pericoli dell’allevamento di salmoni. I pescatori sportivi hanno affermato che la fuga potrebbe avere un impatto negativo sulla pesca del salmone selvatico.
L’MRI ha affermato che alcuni dei salmoni di allevamento fuggiti erano ricoperti di pidocchi di mare, un parassita che può essere letale per i salmoni selvatici.
L’incrocio tra i salmoni d’allevamento e quelli selvatici produce una prole che matura più velocemente e che riduce la capacità della specie di riprodursi in natura.
L’acquaponica è un ecosistema naturale per la produzione di cibo che combina l’allevamento biologico di pesci con l’agricoltura idroponica.
Nel questo ecosistema naturale a ricircolo (RAS – Recirculating aquaculture system), le deiezioni dei pesci vengono trasformati dall’ecosistema (microrganismi – ciclo dell’azoto) per fertilizzare le piante, che a loro volta forniscono ossigeno e acqua ai pesci.
L’acquaponica ha diversi vantaggi rispetto all’allevamento tradizionale di salmoni.
Innanzitutto, è un ecosistema più sostenibile, in quanto utilizza meno acqua ed energia.
In secondo luogo, è un sistema più sicuro, in quanto i pesci sono meno soggetti a malattie e parassiti. In terzo luogo, è un sistema più efficiente, in quanto produce più cibo per unità di superficie.
L’azienda ImpattoZero (Agricoltura2.0) innova gli ecosistemi di produzione ortofrutticola da reddito in Acquaponica con brevetti che oltre a far risparmiare energia, e far lavorare sempre in posizione eretta gli agricoltori, raccolgono ortofrutta con nutrienti superiori alla concorrenza.
Nella foto piante in Acquaponica, esenti da trattamenti, durante una fase di test con l’acqua a 38°francesi e senza apporto di micronutrienti.
A livello globale, il numero di salmoni atlantici selvatici è sceso da 8-10 milioni negli anni ’70 ai 3-4 milioni di oggi. In Norvegia ne sono rimasti solo 500.000, la metà rispetto a 20 anni fa. La Scozia ha assistito ad un calo del 40% del ritorno dei salmoni nei fiumi nell’arco di quattro decenni
La fuga di salmoni di allevamento in Islanda è un evento preoccupante. La fuga rappresenta un rischio per la popolazione selvatica e ha suscitato la preoccupazione di ambientalisti e pescatori sportivi. L’acquaponica è una soluzione più sostenibile, sicura ed efficiente all’allevamento di salmoni.