Agricoltore diretto vs imprenditore agricolo: le differenze

L’agricoltura è un settore importante per l’economia italiana, che conta oltre 1,3 milioni di imprese agricole, delle quali il 22,9% coltiva frutta e ortaggi.

In questo contesto, è importante distinguere tra due figure professionali che operano nel settore: l’agricoltore diretto e l’imprenditore agricolo.

 

Ad oggi il 67% delle imprese agricole Italiane ha meno di 5ha e rappresenta il 14% della SAU (Superficie Agricola Utile), mentre l’11% possiede più di 20ha, rappresentando il 64% delle superfici.

L’agricoltore diretto è spesso un soggetto che ha ereditato l’azienda agricola da genitori o nonni, e che svolge l’attività con una visione tradizionale e familiare. L’imprenditore agricolo, invece, è spesso un soggetto che ha scelto di intraprendere la carriera agricola per motivi professionali o economici, e che adotta una visione più imprenditoriale dell’attività.

 

 

 

La differenza giuridica

La differenza principale tra le due figure è di natura giuridica. L’agricoltore diretto è un imprenditore agricolo che si dedica direttamente e abitualmente alla coltivazione di terreni, all’allevamento di animali e alle attività connesse. L’imprenditore agricolo, invece, è un soggetto che esercita professionalmente una o più attività agricole.

 

 

Le differenze culturali tra le due figure si riflettono in diversi aspetti, tra cui:


• L’approccio al lavoro: l’agricoltore diretto è spesso legato al lavoro manuale, mentre l’imprenditore agricolo può avvalersi di manodopera esterna.
• La dimensione aziendale: l’azienda agricola dell’agricoltore diretto è spesso di piccole dimensioni, mentre l’azienda agricola dell’imprenditore agricolo può essere di dimensioni più grandi.
• L’orientamento al mercato: l’agricoltore diretto è spesso orientato al mercato locale, mentre l’imprenditore agricolo si internazionalizza.

L’imprenditore agricolo è colui che esercita attività come la coltivazione del fondo, la silvicoltura, l’allevamento di animali e attività connesse. Queste attività sono dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso, di carattere vegetale o animale. L’imprenditore agricolo può assumere la qualifica di imprenditore agricolo professionale (IAP) se sussistono ulteriori requisiti, sia in riferimento al tempo lavorativo dedicato all’attività (almeno 50%) e all’ammontare dei ricavi rispetto al reddito (almeno 50%), sia in riferimento alle competenze professionali.
Il coltivatore diretto, invece, si distingue dagli altri imprenditori agricoli perché deve svolgere direttamente un determinato numero minimo di giornate lavorative nell’azienda agricola. L’attività nell’azienda deve essere svolta con abitualità e prevalenza1. È dall’attività agricola che il coltivatore diretto trae sostentamento per la propria famiglia. Egli può utilizzare il lavoro del nucleo familiare proprio.
In sintesi, la principale differenza tra le due figure risiede nel fatto che il coltivatore diretto svolge il lavoro direttamente o con l’aiuto della propria famiglia, mentre l’imprenditore agricolo può avvalersi di manodopera esterna. Entrambe le figure godono di agevolazioni fiscali e creditizie, ma rappresentano modi diversi di gestire e lavorare la terra.

 

Plenty ZIP indoor

 

 

 

 

 

 

Fonti per approfondire: 

  1. notaiosartori.it 
  2. it.indeed.com 
  3. fiscomania.com 
  4. lettera43.it 
  5. https://www.osservatorioagr.eu/approfondimenti/sistema-agricolo-alimentare-italiano-valori-demografia/ 

 

Ti possiamo aiutare ?

Contatta ImpattoZero srl per maggiori informazioni