Il glisofato provoca danni alla salute? L’erbicida prodotto da Monsanto, ormai da anni è sotto l’occhio del ciclone. Una prima risposta arriva dall’università di Washington: il glisofato provoca effetti sulla salute nei ratti e si estende per tre generazioni. Ecco i dettagli dello studio: I ricercatori hanno esposto dei ratti in gravidanza ad una dose pari a metà del minimo considerato innocuo. La prima generazione nata non ha mostrato segni di problemi di salute. La seconda però, scrivono i ricercatori, ha visto un «drammatico aumento» di alcune patologie dei testicoli, delle ovaie delle ghiandole mammarie, oltre che dell’obesità.
Nei maschi di terza generazione è emerso un aumento del 30% delle patologie prostatiche, mentre il 40% delle femmine ha mostrato un aumento delle malattie renali. Più di un terzo delle mamme di seconda generazione ha avuto aborti spontanei e il 40% dei ratti di terza generazione era obeso.
Forse. In laboratorio il glifosato provoca danni genetici e stress ossidativo, ma negli studi negli esseri umani la cancerogenicità non è stata ancora dimostrata con assoluta certezza. La IARC per tale motivo lo inserisce nella categoria dei “probabili cancerogeni”.
ECHA, EFSA, OMS e FAO hanno espresso giudizi più rassicuranti, ma hanno previsto misure di cautela, come il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate o la necessità di riesaminare i livelli massimi di residui di questa sostanza che per legge possono essere presenti dentro e sopra gli alimenti.
Questo significa che i singoli stati hanno reagito in maniera diversa ai vari risultati emersi. La Francia si è prefissa di ridurne l’uso per poi eliminarlo completamente nel giro di pochi anni, mentre l’Olanda ne vieta la vendita ai privati per uso casalingo. In definitiva Il suo utilizzo è stato nuovamente approvato nell’Unione europea nel 2017 fino al 2022. Attenzione, l’UE ha preso delle precauzioni, tra cui il divieto di avere nella stessa formulazione glifosato e ammina di sego polietossilata.
Prima di continuare la nostra indagine se il glifosato provoca danni alla salute, capiamo di cosa stiamo parlando. E’ un erbicida introdotto negli anni Settanta del secolo scorso dalla Monsanto con il nome commerciale di Roundup. Il successo è dovuto alle coltivazioni geneticamente modificate in grado di resistergli. Il glifosato sui campi elimina ogni erbaccia o pianta tranne quella che si desidera coltivare. Ovvia conseguenza: aumenta la resa per ettaro e si riduce lo sforzo per l’agricoltore.
All’epoca venne molto usato perché ritenuto meno tossico rispetto i prodotti già presenti sul mercato. Ad oggi è l’erbicida più usato al mondo e prodotto da svariate aziende dato che il brevetto di Monsanto è scaduto nel lontano 2001.
Una ricerca, i cui risultati furono pubblicati nel 2012 sulla rivista Food and Chemical Toxicology, aveva ottenuto molto spazio sui giornali, ma anche suscitato numerosissime critiche su diversi aspetti tecnici e, in generale, sull’affidabilità del metodo usato e dei risultati. Le lettere di critica spedite alla rivista hanno spinto la direzione editoriale del giornale ad analizzare meglio lo studio che addirittura ritirò l’articolo.
Le conclusioni di questo studio restano dibattute e controverse. Ma anche le più importanti istituzioni scientifiche internazionali si sono espresse, seppure con maggiore cautela, in modo non del tutto concorde sulla potenziale pericolosità del glifosato.
Allora il glisofato veramente provoca danni alla salute? Un gruppo dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) di Lione ha preso in esame tutti gli studi sul tema. L’analisi si è conclusa nel 2015 e ha portato all’inserimento nella categoria 2A “probabilmente cancerogene”.
Per capire di cosa stiamo parlando, nella stessa categoria sono presenti quasi un centinaio di agenti, tra cui, ad esempio, il DDT o gli steroidi anabolizzanti e le emissioni da frittura ad alta temperatura. In pratica si tratta di sostanze per cui ci sono prove limitate di cancerogenicità negli esseri umani, ma dimostrazioni più significative nei test con gli animali.
In particolare, gli studi epidemiologici sulla possibile attività del glifosato negli esseri umani hanno segnalato un possibile aumento del rischio di sviluppare linfomi non-Hodgkin tra gli agricoltori esposti professionalmente a questa sostanza.
l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), nel 2015 ha provato a mettere ordine. Ha intrapreso un’altra valutazione tecnica attraverso l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio. Quest’ultima afferma che: “è improbabile che il glifosato costituisca un pericolo di cancerogenicità per gli esseri umani”. Nonostante tutto l’EFSA ha disposto “nuovi livelli di sicurezza che renderanno più severo il controllo dei residui di glifosato negli alimenti”, come misura di cautela.
A questo punto sono intervenute anche OMS e FAO, per rispondere alla nostra domanda, il glisofato provoca danni? Hanno sottolineato come “è improbabile che il glifosato comporti un rischio di cancro per gli esseri umani come conseguenza dell’esposizione attraverso l’alimentazione”. L’andamento degli studi e dei risultati è ancora altalenante infatti più recentemente l’EFSA ha rivisto i livelli massimi di residui di glifosato. Quindi la concentrazione massima ammissibile di residui di antiparassitari presente all’interno degli alimenti o sulle loro superfici, basata sulle buone pratiche agricole e calcolata in modo che anche i consumatori più vulnerabili siano protetti da eventuali effetti negativi.
In Italia un decreto del Ministero della salute ha stabilito nel 2016 che il diserbante non si potrà più usare nelle aree “frequentate dalla popolazione o da gruppi vulnerabili quali parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative. ” Un altro decreto ha poi stabilito che i prodotti che contengono ammina di sego polietossilata accoppiata al glifosato – una combinazione che secondo il rapporto dell’EFSA potrebbe essere responsabile degli effetti tossici sugli esseri umani – fossero ritirati dal commercio nel novembre del 2016, e che il loro impiego da parte dell’utilizzatore finale fosse vietato dalla fine di febbraio del 2017.
I modi per tutelare la nostra salute a tavola sono semplici: scegliere legumi di varietà nostrane, che oltre a essere sicure sono anche molto saporite. in Sicilia per esempio ci sono il fagiolo “badda”, il cece nero e la rinomata lenticchia di Ustica; ma si potrebbero citare altre varietà come il fagiolo di Controne, i ceci di Cicerale (entrambe campane) o la nota lenticchia di Capracotta, in Molse.
Premesso che il diserbante è usato in molte coltivazioni intensive, soprattutto grano, mais e soia, se vogliamo essere sicuri di non “mangiare” glifosato, la cosa migliore è scegliere prodotti non solo nazionali, ma possibilmente anche biologici e con una provenienza tracciata in modo chiaro.
Il glisofato provoca danni alla salute? Anche noi ci poniamo questo interrogativo e approfondiamo il tema perché la tutela della vostra sicurezza ci è sempre a cuore. Prima ancora della redditività, siamo interessanti al nostro benessere. Mangiare bene è il primo passo per vivere sano. Per questo proponiamo le nostre tecniche di coltivazione. L’utilizzo di prodotti chimici viene praticamente eliminato grazie i principi dell’acquaponica.
Per chiudere allora, il glisofato provoca danni alla salute? Il caso del glifosato rappresenta, al momento attuale, un buon esempio di sospetta cancerogenicità non sufficientemente dimostrata, nei confronti della quale le istituzioni hanno deciso di mettere in atto il principio di precauzione: non vietarne del tutto l’uso (mossa che potrebbe avere effetti negativi sulla produzione agricola) ma istituire limiti e controlli nell’attesa di ulteriori studi.
https://www.leggo.it/sanita/glifosato_cancerogeno_effetti_salute_ultime_notizie-4451094.html