Una mela al giorno leva il medico di torno. C’è un fondamento reale rispetto questo antico detto popolare? In effetti si, ed è merito dei polifenoli contenuti nelle mele, più precisamente nelle bucce. A fare questo scoperta è una ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach con il Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria.
Finanziata dal progetto Ager Melo e pubblicata sulla rivista Food Research International, lo studio di Edmund Mach per le mele descrive le trasformazioni dei polifenoli in 110 forme chimiche. Ruolo decisivo è quindi riservato al microbiota intestinale nell’azione benefica di questi composti bioattivi. I risultati spiegano il transito nel corpo umano delle molecole che possono avere una reale attività protettiva sulla salute dell’uomo.
La Fondazione Edmund Mach continua gli scopi e l’attività dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, fondato dalla Dieta del Tirolo il 12 gennaio 1874. Al giorno d’oggi emergono infatti importanti criticità: produzione e uso di energia, accesso alle risorse alimentari, sostenibilità ambientale; la Fondazione recepisce queste preoccupazioni e opera per un futuro agricolo sostenibile che risulti anche in un’elevata qualità di vita dei cittadini e nella creazione di posti di lavoro.
“Nel futuro è necessario che la produzione di derrate agricole aumenti significativamente. Questo, insieme all’intensificazione della produzione di bioenergia, induce perdite di biodiversità, di terreno e di acque superficiali e di falda, accentuate dai cambiamenti climatici in atto. Nella ricerca di soluzioni, l’obiettivo è doppio: sicurezza e salubrità alimentare in condizioni di sostenibilità. Interventi necessari riguardano la gestione delle concimazioni, il riciclo della fertilità attraverso il letame e le composte, la cura delle aree umide, le attività zootecniche intensive, la valutazione critica delle coltivazioni non-food, la modifica delle diete umane, la creazione di servizi agli ecosistemi, l’effetto dei cambiamenti climatici, l’evoluzione del paesaggio agrario.”
Dalla mission della fondazione e il progetto Edmund Mach per le mele, si capisce perché ci sentiamo vicini a questo progetto. La sostenibilità e la sicurezza alimentare sono per noi valori cardine. In ogni nostro progetto grazie le tecniche dell’acquaponica vogliamo garantirvi un prodotto sano. Anche voi potete diventare agricoltori virtuali e aumentare la vostra redditività rispettando l’ambiente. https://www.agricoltura2punto0.it/
Innanzitutto è giusto chiarire cosa sono i polifenoli, ovvero: molecole naturali di interesse nutrizionale, in quanto posseggono attività anti-infiammatorie, anti-diabetogene e anti-cancerogene in modelli in vitro e animali. Non è chiaro però come queste molecole, tra loro estremamente diversificate, possano svolgere queste attività benefiche anche sull’uomo.
Fra le varie attività della fondazione troviamo Il programma “Melo ed altri fruttiferi” il quale coordina le attività di ricerca e di trasferimento tecnologico dedicate a questa specie. Si sviluppa lungo due strategie: perseguire la diminuzione dell’input energetico e chimico nel frutteto e incrementare la qualità in tutte le fasi della filiera. Le due strategie ricorrono a tre strumenti: l’analisi metabolomica, l’analisi genetica e fisiologica e l’analisi agronomica che tendono allo scopo di ottenere il miglioramento di varietà trentine commercializzabili e coltivabili con tecniche ecocompatibili.
Il progetto si inserisce nel programma qualità e salute ed è finanziato dal progetto AGER Melo. I ricercatori del Dipartimento Qualità alimentare e Nutrizione e del Centro di Ricerca Alimenti hanno seguito un gruppo di 12 volontari sani. L’esperimento consisteva nel consumo di una spremuta di mele – 250 millilitri di mela di elevata qualità, equivalente al consumo di due Pink Lady; l’altra era una spremuta arricchita di polifenoli. L’obiettivo era valutare come i polifenoli presenti nella mela fossero metabolizzati. Lo studio, durato 5 anni, è stato pubblicato su Food Research International, illustre rivista canadese.
Stando ai risultati dello studio i polifenoli vengono trasformati in 110 diverse forme chimiche riscontrate nei biofluidi. La ricerca ha dimostrato che i composti fenolici presenti nel succo di mela vanno a trasformarsi nell’organismo rispetto la sua forma originale. Questi vengono metabolizzati nell’uomo in 110 diverse forme chimiche presenti nel sangue prima nelle urine poi. Ovviamente la quantità e la persistenza di ognuna di queste molecole, è risultata molto variabile tra un individuo e l’altro, non solo a causa di differenze genetiche, ma anche a causa di differenze nella composizione del microbiota intestinale.
I ricercatori hanno appurato che mentre il 40% dei metaboliti originava dai processi metabolici umani, il restante 60% richiedeva l’intervento dell’azione dei batteri intestinali per poter entrare in circolo. I metaboliti della digestione sono in grado di rimanere in circolo per periodi molto più lunghi.
L’università di Bologna ha messo in evidenza l’attività di alcune di queste molecole: riducono la formazione di microtessuti tumorali coltivati in vitro. Il tutto è avventuo grazio un’approccio quantitativo per immagini. Brian Farneti ha studiato l’evoluzione dei composti bioattivi nel processo storico di domesticazione della mela.
Dalla analisi di una popolazione di genotipi di melo, composta da 150 varietà coltivate e 97 selvatiche, è stato possibile identificare i composti di maggior interesse nutrizionale. Questi ultimi, l’acido malico, la vitamina C ed alcune classi di polifenoli, potrebbero essere modificati in futuro attraverso nuovi programmi mirati di incrocio, dando vita a una mela ancora più “salutare”. Si è inoltre scoperto che la mela contiene quantità interessanti di due forme del resveratrolo, composto conosciuto per diversi effetti benefici, finora associato solo al consumo di vino rosso.
Alessandro Botton dell’Università di Padova spiega poi: “L’indagine scientifica ha evidenziato che le varietà di melo più antiche producono frutti “ipoallergenici”, anche se magari questi hanno un aspetto esteriore e una polpa commercialmente meno accattivante.
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