Il cibo è una risorsa fondamentale. In un momento storico in cui riflettiamo sui cambiamenti che hanno sconvolto la terra, l’ONU ha istituto la giornata mondiale della sicurezza alimentare. Il dato purtroppo è impattante: si stima che le malattie a trasmissione alimentare colpiscono ogni anno circa 600 milioni di persone e sono un rischio per la salute, in particolare quella dei bambini e dei consumatori appartenenti a fasce socialmente svantaggiate.
Gli organismi delle Nazioni Unite per l’alimentazione e la salute – Codex Alimentarius, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – dirigono azioni nel mondo mirate ad accrescere la consapevolezza sulle questioni di sicurezza alimentare e contribuire agli obiettivi di sviluppo dell’ONU.
L’obiettivo primario è garantire la sicurezza. Ruolo nevralgico affidato ai governi che devono garantire alimenti sicuri e nutrienti per tutti. Lo Stato deve promuovere sistemi agricoli e alimentari sostenibili, favorendo la collaborazione tra sanità pubblica, salute animale, agricoltura e altri settori. La cooperazione è fondamentale perché devono gestire i rischi per la sicurezza alimentare lungo tutta la filiera.
Il secondo è produrre in sicurezza. L’impegno in questo caso è dei produttori agricoli e alimentari che devono adottare buone prassi. Bisogna garantire a una sufficiente fornitura di alimenti salutari, smorzando gli effetti del cambiamento climatico e riducendo al minimo l’impatto ambientale per il futuro.
La sicurezza deve essere preservata e controllata. I controlli preventivi possono risolvere la maggior parte dei problemi. l’HACCP è un protocollo che individua, valuta e controlla i pericoli dalla produzione primaria al consumo finale. Non tralascia neanche lavorazione, immagazzinaggio e conservazione i quali sono fondamentali per conservare il valore nutrizionale e la sicurezza dell’alimento.
I consumatori stessi possono essere un motore del cambiamento. Oggi hanno un vantaggio, possono avere accesso a informazioni tempestive, chiare e affidabili sui rischi nutrizionali e sanitari legati alle proprie scelte alimentari.
L’ultimo obiettivo è l’ovvia conclusione: bisogna fare squadra per la sicurezza. Tutti i soggetti coinvolti dovranno lavorare di concerto a vari livelli se si vogliono combattono le epidemie di origine alimentare a dimensione globale.
Tre sono le preoccupazioni più frequenti tra gli Europei: l’uso scorretto di medicinali negli animali d’allevamento (44%), i residui di pesticidi negli alimenti (39%) e gli inquinanti ambientali (37%).
La fiducia nelle informazioni sui rischi alimentari è riposta in massimo grado se proviene dagli scienziati (82%) e dalle organizzazioni dei consumatori (79%), seguono poi gli agricoltori (69%), le autorità nazionali (60%), le istituzioni dell’UE (56%) e le ONG (56%).
Abbiamo snocciolato questi dati perché come agricoltura2punto0 ci sentiamo parte attiva di questo processo. Con le nostre serre e con gli impianti di acquaponica siamo parte integrante della filiera. I nostri prodotti sono certificati, sostenibili e garantiti; non solo bio, quello che cerchiamo è una certificazione di processo, non più semplicemente legata al prodotto. Ecco, questi siamo e così lavoriamo: Azienda
Ribadiamo che il Covid-19 non si trasmette attraverso il cibo, ci sono stati cambiamenti talmente impattanti che non possiamo non considerare gli effetti della pandemia anche in questo settore. L’ emergenza sanitaria ha affinato l’attenzione su questioni relative alla sicurezza alimentare, come l’igiene, la resistenza antimicrobica, le malattie zoonotiche, i cambiamenti climatici, le frodi alimentari e i potenziali benefici della digitalizzazione dei sistemi alimentari. Ha inoltre identificato debolezze o vulnerabilità nei sistemi di produzione e controllo degli alimenti.
Gli stati che ben si impegneranno in questo settore, mitigheranno gli impatti socioeconomici della pandemia e rafforzeranno la loro resilienza a lungo termine, non per nulla lo slogan di questa edizione è “Cibo sicuro ora per un domani sano”.
L’efficacia del sistema dei controlli è assicurata da un’attività di audit a cascata del Ministero della Salute sulle Regioni e di quest’ultime sulle ASL. Nel 2019 sono stati realizzati dalle Autorità competenti 151 audit da parte sia del Ministero sia di tutte le Autorità competenti regionali. Le aree analizzate necessitano di miglioramento, però in generale hanno rilevato che i sistemi di controllo sulle produzioni sono caratterizzati dalla presenza di disposizioni e istruzioni puntuali e da una programmazione dei controlli adeguata.
Gli ultimi dati disponibili affermano che nel 2019: l’Italia ha trasmesso 373 notifiche di rischi diretti o indiretti per la salute pubblica connessi ad alimenti e mangimi. In tutto ciò lavoro fondamentale è svolta dai Nas attraverso le attività di indagine e i controlli mirati.
Lo standard di vita, soprattutto dal mondo occidentale, fa dare la sicurezza alimentare quasi per scontata. Da indagini svolte dall’ EFSA – sigla internazionale dell’autorità europea – 2 europei su 5 s’interessano attivamente alla sicurezza degli alimenti, ma solo 1 su 5 afferma di ritenerla centrale per la decisione di acquisto.
Spesso infatti è invisibile a meno che un’intossicazione alimentare la porti in primo piano. Invece bisogna riflettere con attenzione che gli alimenti non sicuri possono contenere batteri, virus, parassiti o sostanze chimiche nocive provocanti più di 200 malattie.
Come dichiarato durante la precedente edizione al proposito da Bernhard Url, direttore esecutivo dell’EFSA: “Per la Giornata mondiale della sicurezza alimentare 2020 intendiamo concentrarci su tre caratteristiche chiave del sistema di sicurezza alimentare dell’UE: l’attuazione dell’approccio “salute unica globale”, sistemi alimentari sostenibili e condivisione della responsabilità in materia di sicurezza alimentare.”
La salute unica globale significa che la salute delle persone è legata a quella animale e ambientale. Il circuito diventa pericoloso fin troppo facilmente: animali malati o un ambiente degradato finiscono per avere un impatto sulla sicurezza degli alimenti e hanno ripercussioni sulla salute delle persone.
Un’altra fonte di preoccupazione è la continua tendenza all’aumento dell’antibiotico-resistenza (AMR). Le agenzie dell’UE, tra cui l’EFSA o il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) stanno lavorando in direzione della salute unica globale, innanzitutto all’interno dell’unione.
Ridurre l’uso di pesticidi è una delle tante proposte in relazione alla produzione di alimenti e all’agricoltura. Nell’UE oggi l’utilizzo è severamente disciplinato e le sostanze contenute sono valutate scientificamente per il loro impatto sia sulla nostra salute sia per biodiversità.
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