Sono anni ormai che ci interroghiamo se la cannabis ha effetti terapeutici. Per fare maggior chiarezza sulla situazione è il caso di analizzare vari studi, italiani e non. Partiamo con il report dell’ AIRC, fondazione per la ricerca sul cancro. Innanzitutto specifichiamo che col termine marijuana si intende un preparato di foglie e infiorescenze della Cannabis sativa, una pianta tropicale. I medici ad oggi hanno il diritto di prescrivere ai malati preparazioni magistrali di Cannabis allestite dal farmacista.
Il punto di partenza è che l’utilità della marijuana nel controllo del dolore, specie neuropatico, e della nausea inzia ad essere studiata con successo. Inoltre il fumo di marijuana aumenta l’appetito nei pazienti in chemioterapia. Infine, ed è questo il dato più incoraggiante, esperimenti in cellule in coltura e in animali di laboratorio mostrano alcuni effetti antitumorali dei cannabinoidi. L’AIRC, quindi sottolinea che non ci sono ancora conferme negli esseri umani, ma sembrano esserci conferme che la cannabis ha effetti terapeutici.
Il CBD, ovvero il composto non psicoattivo della Cannabis, ormai si trova: nelle erboristerie, nei negozi specializzati e sotto forma di liquidi per le sigarette elettroniche. E’ un prodotto legalmente commercializzabile in quanto non crea dipendenza e/o sonnolenza. Più specificatamente rispetto il cancro, la rivista Cannabis and Cannabinoid Research rileva una lieve attività citostatica. Ci teniamo a precisare, studi condotti in laboratorio con cellule in coltura, quindi ancora da dimostrare nell’organismo umano. Per concludere la panoramica italiana si arriva a due conclusioni; la prima che studi con topi e ratti hanno dimostrato che i cannabinoidi possono inibire la crescita tumorale inducendo l’apoptosi, ovvero la morte programmata delle cellule maligne. La seconda che I cannabinoidi hanno effetti positivi su alcuni sintomi di cui soffrono i pazienti con tumore.
Negli Stati Uniti sono disponibili, ormai già da qualche anno, forme farmaceutiche di Cannabis per somministrazione orale. Ciò è avvenuto anche perché l’American Cancer Society si è espressa a favore della semplificazione delle procedure per prescrivere derivati della Cannabis ai malati oncologici, compresa la marijuana per uso terapeutico. Nel 2016 il nostro Paese, grazie alla collaborazione tra il Ministero della salute e il Ministero della difesa, ha avviato una produzione nazionale di Cannabis per uso medico presso lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze.
Quando si tratta di coltivare cannabis in acquaponica, uno dei grandi obiettivi è quello di creare un sistema che produca alti livelli di nutrienti disponibili. Le piante di cannabis in crescita divorano sostanze nutritive, soprattutto nella fase di fioritura, quindi è necessario ottimizzare il sistema acquaponico per renderlo adatto ad un’alta produzione di nutrienti!
A seguire il link dell’ articolo completo Acquaponica & Cannabis
Restiamo negli Stati Uniti, precisamente anno 2015; una pubblicazione del NIDA – National Institute on Drug Abuse- ,spiega: “studi recenti sugli animali hanno dimostrato che la cannabis può uccidere alcune cellule tumorali e ridurre le dimensioni delle altre … La ricerca sui topi ha dimostrato che questi estratti, se usati con radiazioni, aumentano gli effetti dell’uccisione del cancro provocati dalla radiazione. “ Queste affermazioni assumono rilievo ancor maggiore poichè il NIDA è un istituto di ricerca gestito dal governo federale.
Ancora: “Le proprietà anticancro del cannabinoide non psicoattivo, (CBD) sono state dimostrate su diversi tipi di tumore”. Questo è l’abstract di uno studio presente sul Cell Death & Disease, rivista del network di Nature – rivista scientifica nata nel 1869. Lo studio è molto interessante perché si incentrava su un tipo di tumore resistente alla chemioterapia e che ha un alto rischio di recidiva; si analizzava infatti una malattia con un tasso di sopravvivenza a cinque anni è inferiore al 25%.
Altra voce molto interessante è quella della dott.ssa Christina Sanchez, professoressa di biologia presso l’Università Complutense di Madrid. La Sanchez ci spiega: “ Uno dei vantaggi dei cannabinoidi, o dei farmaci a base di cannabinoidi, sarebbe che essi mirano specificamente a cellule tumorali. Non hanno alcun effetto tossico su cellule normali non tumorali. Questo è un vantaggio rispetto alla chemioterapia standard che mira fondamentalmente a tutto.” Conclude la sua esposizione: “Non riesco a capire perché negli Stati Uniti la cannabis è in tabella I, perché è abbastanza ovvio non solo dal nostro lavoro, ma dal lavoro di molti altri ricercatori che la pianta ha un potenziale terapeutico molto ampio.”
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